E nei siti degli egiziani d’Italia si festeggia l’attacco

Il giornale F.Galici

Invocazioni e giubilo nei post degli immigrati: “Oh Allah, concedi la vittoria ai musulmani ovunque”E nei siti degli egiziani d’Italia si festeggia l’attacco Ascolta ora: “E nei siti degli egiziani d’Italia si festeggia l’attacco”Nelle strade italiane c’è chi invoca l’intifada a sostegno della Palestina contro Israele. Gli attacchi di Hamas allo Stato ebraico hanno risvegliato nei centri sociali e nei collettivi rossi antichi eco d’odio.

Le immagini della manifestazione dello scorso 10 ottobre a pochi passi dal Duomo di Milano sono rimbalzate sui canali social dell’emittente Al-Jazeera Egitto e i messaggi che si trovano a commento sono agghiaccianti. “Ok ma questo non aiuta molto. Dove sono le armi e i soldati?”, scrive un utente. La risposta che riceve è ancora più inquietante: “Questa è la missione degli arabi”.

Ma quale missione? Domanda, evidentemente, retorica, perché davanti alle bandiere palestinesi che sventolano con lo sfondo di uno dei simboli maggiormente riconoscibili della religione cattolica nel mondo, e ai cori che inneggiano alla rivolta, tale Alì esulta: “Ce l’abbiamo fatta davvero”.

La comunità egiziana in Italia sembra essere interamente orientata al sostegno della Palestina o, meglio, a una nuova intifada contro Israele per distruggere lo Stato ebraico e conquistarne i territori. Abbiamo avuto modo di infiltrarci in un gruppo social molto nutrito, che conta oltre 250mila iscritti, interamente dedicato agli egiziani in Italia.

Tra una richiesta di lavoro, di casa e di informazioni per regolarizzare i documenti, da qualche giorno compaiono con insistenza messaggi che invocano la scomparsa di Israele dal Medioriente.

Tra le tante suppliche nelle quali ci siamo imbattuti, molte sono preghiere. Da una parte, gli egiziani chiedono il sostegno di Allah per la causa palestinese e dall’altra implorano la devastazione del nemico: “Possa Allah aumentare la tua tristezza, possa Allah benedirci di più. Possa Allah riunirvi, possa Allah disperdere le vostre riunioni”.

E ancora bandiere palestinesi sventolanti e nuove invocazioni: “Oh Allah, concedi la vittoria ai musulmani ovunque”. Preghiere che richiamano una guerra religiosa di annientamento di ogni confessione che non sia quella che vede Allah come proprio Dio.

Parole che alzano l’allarme anche nel resto del mondo, compresa l’Italia, dove ci sono numerose comunità musulmane, spesso radicalizzate e pronte a colpire. L’ipotesi di “cellule dormienti”, che potrebbero risvegliarsi in nome di una rivoluzione islamica, è concreta e per questo motivo anche l’Italia ha rafforzato le sue difese nei punti strategici, che potrebbero essere obiettivi simbolici in una guerra religiosa.

“Non si chiama Israele, si chiama Palestina, dal mare al fiume… Salvatela e preservatela per i vostri figli, trasmettetela al mondo intero… Si chiamava Palestina e si chiamerà ancora Palestina”, si legge in un altro messaggio in cui tutte le indicazioni toponomastiche di Israele vengono riportate alla loro versione palestinese, indicando implicitamente, ancora una volta, la volontà di annientare lo Stato ebraico, cancellandone la presenza dal pianeta.

Uno degli amministratori di questo gruppo così ben nutrito sembra essere tra i più attivi in questa propaganda, quasi un sobillatore che scuote i desideri più reconditi dei suoi concittadini in Italia.

È sua, infatti, una delle condivisioni che meglio fotografa il sentimento d’odio che anima il popolo musulmano in Italia dopo l’attacco di Hamas a Israele: “Al-Azhar Al-Sharif afferma che il mondo dovrebbe sapere che ogni occupazione, prima o poi, che sia lunga o che sia breve, è da distruggere”.

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