Di Al.Tallarita

La storia dell’uomo che ha cambiato il modo di fare la guerra. Siamo dinnanzi al “formato Zelenskij” il “primo leader on line in tempo di guerra”.

L’autore, ha realizzato un efficace ritratto di Zelenskij e la matrice di un futuro manuale di comunicazione strategica 4.0. Scrive nella prefazione Salvatore Santangelo.

Il libro è: ” Zelenskij. La storia dell’uomo che ha cambiato (per sempre) il modo di fare la guerra” Chi lo ha scritto è Emanuel Pietrobon. Analista geopolitico. Esperto di guerre ibride e spazio postsovietico.

A mio avviso, penso, che rientri nella dimensione dello spazio, questo nuovo terreno di guerra.

Fatta di like, dirette social, meme e pubblicità celata da influenzer e ‘moda mentale’.

Dimensione dello spazio, si, quello che è la mente che crea e costruisce realtà. E che volendo, consente di farle divenire tangibili. Accanto a terra, mare, aria e rete; la guerra si combatte anche lì. E ha modificato l’esito dell’operazione speciale russa, allungandone i tempi e giocando un ruolo per l’Europa, che ha dovuto affrettarsi e fronteggiare i sapori e dissapori interni, per dare risposte a quello che accadeva. E oltretutto postpandemico..

Il testo di Pietrobon fa centro. L’Ucraina è un palcoscenico di un conflitto. Un qualcosa di complesso partito nel 2014. Che però ha aumentato il suo spazio, in una iper realtà, allargandosi a quello potenzialmente infinito, della mente. Le conseguenze di questo cambiamento, hanno modificato il corso di questa storia. L’opinione pubblica, la politica, sono entrati in questo spazio infinito, rendendo non prevedibili nelle dimensioni tradizionali, le mosse del nemico. Conosci il terreno di scontro. Ma quando questo spazio è quello mentale perciò appunto, infinito, come si può averne contezza e comprenderne le variabili?

Ecco cosa è accaduto in questo scenario di conflitto. L’autore dice, che Zelenskij è l’uomo del momento, che se ne parlerà ancora a lungo e verrà ricordato come colui che ha compiuto la costruzione dell’identità nazionale ucraina. Primo “leader online in tempo di guerra”, che si è rifugiato nei social network anziché nei bunker.

Il presidente che ha trasformato la comunicazione in un’arma letale quanto i carri armati nemici.

Con le sue dirette, diventato la “variabile impazzita” capace di ribaltare un risultato dato per certo. “Zelenskij ha applicato alla guerra, competenze acquisite negli anni del cabaret e si è circondato di strateghi militari, di social media manager e di spin doctors, facendo di una propaganda innovativa, modellata sui canoni pubblicitari, lo strumento in grado di smuovere l’intero Occidente. Una cosa è certa: se nelle relazioni internazionali ci saranno un prima e un dopo Ucraina, nelle guerre ibride ci saranno un prima e un dopo Zelenskij.”

Ma questo progetto da quando sia partito e da chi sia diretto, va analizzato. La storia daranno suoi chiarimenti.

Nel 2015 esce “Servant of the People“. Prima serie. Siamo nella fase Euromaidan, guerra del Donbas e occupazione della Crimea.

Parte la macchina cinematografica cioè quella della finzione da cui è facile vedere quel possibile ampio mondo di realtà costruite che sembrano vere a chi le vede.

Chi è Zelenskij? Una persona che lavora nei media.

E la fase iniziale è fondamentale.

«Osservo le cose come se fossi un produttore» scrive Pietrobon.

Il film diventerà un partito, che avrà lo stesso nome della serie. E sarà legato allo Studio Kvartal 95.

Il cinema produce soggettività. Ha un potere multiplo. Unisce le materie prime per tale processo.

Il presidente dell’Ucraina inizia Il suo “tour virtuale” eccolo dai vari parlamenti occidentali, all’assemblea generale dell’ONU, La propaganda sulla notte degli Oscar e altrove..

Tutto concepito da professionisti della comunicazione secondo le antiche ricette della promocrazia. Pietrobon definisce i suoi follower“seguaci“.

È «la macchina propagandistica ucraina», «il cine-populismo applicato alle arti belliche» o addirittura «la prima guerra mentale» . E il nome così diventa una sineddoche “Zelenskij” fra virgolette, come Derrida virgolettava “Bn Laden” .

Personalità forti, che divengono frontman, degli interessi di una classe sociale.Il linguaggio cinematografico è uno strumento all’interno di un’orchestrazione semiotica complessa” (Guattari, 1980).

Molte intensità hanno capacità di influenzare, produrre, componenti soggettive da incorporare nella costituzione psichica del soggetto.

Scriveva Guattari: “paghiamo un posto al cinema per farci invadere da chiunque e per lasciarci trasportare in ogni tipo di avventura, (..) l’inconscio si vede abitato da indiani, cowboy, poliziotti, gangster, belmondos e marilyn monroes“.

Il Video iperealista che il Corriere della Sera ha condiviso che mostra

L’abbattimento dell’incrociatore russo Moskva, affondato nel Mar Nero da missili ucraini, è stato uno snodo importante nel conflitto in Ucraina. Le autorità di Kiev ora temono la feroce rappresaglia da parte di Vladimir Putin, ma intanto, sul web, circola un video iper-realista, realizzato con sistemi digitali ad alta definizione, nel quale si vede il Moskva precipitare dal cielo e distruggere la Cattedrale di San Basilio, nella capitale russa, per poi abbattersi su una torre del Cremlino. Il video ha fatto il giro del web, diventando in poco tempo virale.(LaPresse)”

Ha un chiaro significato di risposta Ucraina.Teniamo presente che, il cinema è una delle grandi macchine produttive, capace di elaborare e diffondere modi di percepire il mondo.

Il 24 febbraio 2022, inizio dell’operazione speciale russa, compare il primo meme: Hitler accarezza Putin, proprio quello che parla di “denazificazione” dell’Ucraina come scopo della “operazione militare speciale”.

Sisi muove la risposta, una resistenza di propaganda mediatica quel video-selfie del 25 febbraio, a Kiev è buio e isolato lo scenario, il presidente indossa una tuta mimetica “We are here” traduce così il “New York Times” il cuore del contenuto.

Da Twitter la diplomazia ucraina, lancia un’altra frase «I need ammunition, not a ride» negando la fuga all’estero

“The fact checker” del “Washington Post” ne pone in forse l’autenticità.

Ma ecco che compare su maglie e felpe in vendita su Amazon.

Il 28 febbraio la richiesta di adesione all’Unione Europea, avrà 63.000 like su Twitter e 17.000 condivisioni.

Dal 24 febbraio al 6 aprile Zelenskij pubblica su Instagram 370 post.

«Video per rassicurare i concittadini, foto di presunti crimini di guerra e dei bombardamenti compiuti dall’esercito russo, appelli e/o critiche agli omologhi occidentali silenti, ringraziamenti ai partner che offrono aiuto e così via» (Pietrobon 2022).

Nella sua opera “Malattia mentale e psicologia” (1975), Foucault sottolinea, che è comune alla psicologia, identificare il soggetto costituito da un tutto unitario.

L’uomo è considerato pazzo se privo di unità.

Ma chi è Zelenskij? Forse uno nessuno centomila.

Il concetto di moltiplicità, è strategico nell’analisi del mondo contemporaneo, offreddo degli spunti per la comprensione della soggettività nell’interfaccia con il cinema.

Fonti

A.L. Urban & C. McLeod, Zelensky, Regnery Publishing, Washington 2022.Pietrobon E., Zelenskij, Castelvecchi, Roma 2022.De Carvalho P. R.; Mestre Passini, P.; Staevie Baduy, R., Cinema e psicologia ..Psicologia em Estudo, vol. 20, núm. 3, julio-septiembre, 2015, pp. 389-398 Universidade Estadual de Maringá Maringá, Brasil Bruno W. M. L’inventore del cine-populismo L’ORDINE DEI DISCORSI, 2022.

error: Content is protected !!