Di Al. Tallarita

E non ci si offenda poi, se Lauterbach dice, che il caldo di certo non fa bene al turismo.. Perché basterebbe guardare Catania, negli ultimi giorni, ambita meta non solo turistica, ma anche una delle principali cittadine moderne, attive, importanti, del sud e isole d’Italia, per capire che questa penisola europea, è lontana anni luce da un normale welfare , che garantisca vivibilità, ordine e regole, anche solo per i suoi cittadini. Polemiche per il ministro tedesco, così come di certo le alte temperature e ciò che ne segue, mettono in ginocchio, città e cittadini, i quali però, vorrebbero solo rispettati quei sacri diritti per una vivibilità, per lo meno, normale. E Catania si risveglia principalmente a quasi cinquanta gradi, che già la metà basterebbe, a fuoco e rogo, per poi vedersi saltare le tubature sotterranee, che conservano i cavi elettrici. E da questo, il disagio il conseguente, della mancata erogazione dell’acqua. Quartieri i testi alla mercé del caso. Dell’isolamento. Che chi ha famiglie da cui andare altrove, ben venga, ma gli altri? famiglie con minori, disabili oltre a chiunque debba avere il diritto, di una normale vivibilità anche se fa caldo! Per non parlare dell’ incendio in aeroporto, sulle cui cause le indagini sono in corso, probabilmente partito da un noleggio di auto e che si dirama in aeroporto. A cui però, non risponde un adeguato sistema di allarme e risposta reattiva al grave accaduto ed ecco l’abbattersi del delirio. Voli cancellati, gente per strada.. poche informazioni.. tenso strutture improponibili..mala informazione ai pochi arrivi successivi…caos e voli spostati in scalo a chilometri e chilometri. Ragusa, Trapani..Sigonella dura a farsi facile a dirsi… insomma. Ma siamo in Italia? Si probabilmente uno tra i nuovi paesi del quarto mondo…dato che il terzo si sta evolvendo…e il nostro sta retrocedendo, amaramente. E poi si storca pure il naso alle critiche tedesche…che poco ce ne dicono. E non vi siano partiti, che fanno spallucce…perché..tra tanti colori non se ne salva nessuno. Se si osserva il degrado che aumenta, nelle condizioni di rischio, come quelle del caldo e delle sue temperature improponibili. Ma a cui ci si dovrà certo abituare e intervenire, come e meglio si potrà, tra tunnel e oasi in città. Gli architetti e designer già in movimento, sognino e creino, per le nostre città e per i loro fondamentali turisti. Che dell’economia sono il principale motore. Ma province, regioni, comuni e chi di competenza, oltre a vantare del potere delle cariche, facciano ciò che devono. In termini non solo di assistenza nell’emergenza, ma di prevenzione, specie in territori più esposti, o addirittura sulle isole, patrimonio culturale artistico. E che questo eclatante caso catanese, faccia scuola e da apripista, per seri provvedimenti a venire.

Immagine da Catania today

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