Sicurezza spaziale: tra restrizione e convergenza

I diplomatici delle Nazioni Unite stanno cercando di fermare la militarizzazione dello spazio, procedendo lentamente tra silenzio, duplicazioni e caute concessioni.

V.Samson e J. West

A luglio, i diplomatici si sono riuniti a Ginevra per affrontare una delle questioni più complesse della sicurezza globale: impedire che conflitti e armi si riversino nello spazio. I progressi sono stati cauti. Le concessioni procedurali e il dibattito limitato hanno mantenuto vivo il processo, ma il silenzio sulle principali minacce e le restrizioni alla partecipazione della società civile ne hanno evidenziato la fragilità. Con la convergenza inclusa nell’agenda 2026, il gruppo di lavoro incaricato di queste questioni potrebbe passare dalla mera sopravvivenza alla produzione di risultati sostanziali, se gli Stati riusciranno a collegare i principi alla pratica.

Il Gruppo di lavoro aperto delle Nazioni Unite (OEWG) sulla prevenzione di una corsa agli armamenti nello spazio extra-atmosferico (PAROS) è uno dei pochi forum in cui i governi affrontano la sicurezza orbitale. Il suo mandato è ampio: sviluppare norme di comportamento responsabile e valutare accordi giuridicamente vincolanti per prevenire la militarizzazione dello spazio. È un forum unico per affrontare le complessità della sicurezza spaziale, dal duplice uso delle tecnologie all’ascesa di attori commerciali e alle capacità anti-satellite. Più di 50 stati hanno partecipato a luglio, a dimostrazione dell’interesse globale, ma i progressi sono stati ostacolati da controversie procedurali e tensioni politiche.

Le aspettative erano basse. La sessione di aprile era fallita a causa di una situazione di stallo sull’ordine del giorno, sul programma di lavoro e sulla partecipazione delle organizzazioni non governative (ONG), impedendo qualsiasi dibattito sostanziale. Molti temevano uno scenario simile a luglio. Tuttavia, dopo una giornata di discussioni, la sessione è riuscita ad andare avanti. Non ci sono stati annunci importanti, ma nell’attuale clima di polarizzazione, anche un dialogo moderato che ha mantenuto vivo il processo è stato significativo.

Impegno e restrizione

Il risultato più significativo è stato l’accordo di procedere con una struttura a due binari: uno per esplorare potenziali obblighi giuridicamente vincolanti e un altro per discutere misure volontarie, come standard e principi di comportamento responsabile.

Questo compromesso ha permesso a entrambe le parti di riunirsi al tavolo: Cina, Russia e molti Paesi del Sud del mondo si sono espressi a favore di un trattato; Australia, Canada, Europa, Giappone e Regno Unito hanno insistito su standard volontari. La coesistenza di entrambi i percorsi è stata garantita dal programma di lavoro.

Tuttavia, questa strategia ha avuto un costo. Molte questioni, dall’uso della forza alla protezione dei servizi essenziali, sono state duplicate su entrambi i fronti, il che può creare ridondanza anziché integrazione. Tuttavia, la duplicazione mantiene l’impegno delle parti, garantisce la continuità dei colloqui e lascia aperta la possibilità che, nel tempo, le misure legali e volontarie vengano collegate.

Diritto internazionale e ambito del mandato

Alcuni segnali indicano un restringimento del dibattito. Nel precedente OEWG sulla riduzione delle minacce spaziali, l’interpretazione del diritto internazionale – in particolare l’articolo IX del Trattato sullo spazio extra-atmosferico, che sancisce il principio della “dovuta considerazione” – era fondamentale per stabilire standard condivisi. In questa occasione, la Russia ha ritenuto che tale interpretazione costituisse una “revisione” inaccettabile del diritto internazionale e dovesse essere esclusa dal mandato. La Cina ha sostenuto questa posizione, insistendo sul fatto che il gruppo dovesse concentrarsi sulla legalità, non sul “comportamento responsabile”.

Altri Paesi si sono opposti. Regno Unito, Austria e Paesi Bassi hanno sottolineato che interpretare la legge non significa rivederla, ma piuttosto una condizione necessaria per ridurre il rischio di errori di calcolo in orbita. Il processo è sopravvissuto grazie alla duplicazione dell’agenda, ma a costo di diluire l’ambizione in un momento in cui le nuove realtà richiedono più che ribadire le proprie posizioni.

Protezione dei civili e degli attori commerciali

Il dibattito sull’applicabilità del diritto internazionale umanitario (DIU) è rimasto uno dei punti più controversi. La maggior parte degli Stati sostiene che il diritto internazionale, incluso il DIU, disciplini le attività nello spazio. Altri temono che il riconoscimento del DIU possa normalizzare lo spazio come teatro di guerra. A luglio, la Russia si è spinta oltre e ha proposto che l’articolo III del Trattato sullo spazio extra-atmosferico fosse interpretato come applicabile solo in tempo di pace, il che escluderebbe il DIU. L’Italia ha riassunto la posizione della maggioranza: il DIU non legittima l’uso della forza, ma piuttosto lo limita in conformità con la Carta delle Nazioni Unite.

Il dibattito non è teorico: riflette le divergenze sul ruolo degli attori commerciali nella sicurezza globale. Russia e Iran hanno sostenuto che i satelliti commerciali a supporto delle operazioni militari possono essere considerati obiettivi legittimi. Regno Unito, Austria, Canada e il CICR hanno sottolineato che le decisioni in merito agli obiettivi devono rispettare i principi di distinzione, proporzionalità e precauzione.

El impacto en civiles no es hipotético. En 2022, un ciberataque a la red KA-SAT de Viasat afectó a parques eólicos en Alemania y dejó sin servicio a decenas de miles de clientes europeos. Interferencias de GPS han perturbado la aviación civil en Corea del Sur. Estos casos muestran que los daños en el espacio repercuten directamente en la vida en la Tierra.

Participación de la sociedad civil

Otro retroceso fue la limitación de la participación de observadores. Aunque el OEWG es “abierto” e “inclusivo”, en julio se permitió su participación solo mediante una declaración el último día y previa aprobación. Incluso se vetó, de forma anónima, la participación del Centro de Estudios de Seguridad de la ETH de Zúrich.

Varios Estados –Samoa, Irlanda, Sudáfrica y Suiza– defendieron el valor de las ONG en el proceso. Sin embargo, la asistencia fue mínima: solo el CICR tomó la palabra. El efecto fue reducir la diversidad de perspectivas en un foro que precisamente requiere un conocimiento técnico amplio. Esta tendencia podría extenderse a otros espacios de negociación de control de armas, debilitando el diálogo multilateral.

De la aspiración a la acción

A pesar de las divisiones, las delegaciones recordaron consensos previos que pueden servir como base: el Grupo de Expertos Gubernamentales de la ONU de 2013 sobre medidas de transparencia y confianza, las recomendaciones de la Comisión de Desarme de 2023 y la prohibición de armas nucleares en el espacio recogida en el artículo IV del Tratado del Espacio de 1967.

Varios Estados insistieron en que los compromisos deben acompañarse de medidas prácticas, como propuso Turquía al sugerir notificación de maniobras de alto riesgo y fortalecimiento de capacidades de países en desarrollo para participar en la gobernanza espacial.

Aun así, temas cruciales quedaron sin tratar: el sistema de defensa espacial propuesto por EEUU (Golden Dome), el espacio cis-lunar y las vulnerabilidades cibernéticas apenas se mencionaron, a pesar de su relevancia para la seguridad espacial.

Hacia 2026: oportunidad de convergencia

La agenda del OEWG para 2026 permitirá abordar temas ineludibles: destrucción de sistemas espaciales, protección de servicios críticos, prevención de armas en órbita y riesgos de operaciones de proximidad. La inclusión de estos temas en ambas vías –legal y voluntaria– puede facilitar que los Estados encuentren puntos de convergencia y construyan un marco común.

Para que el OEWG pase de la supervivencia al progreso deberá convertir silencios en propuestas, mantener el proceso abierto e inclusivo y vincular compromisos pasados con riesgos presentes. El objetivo es tender puentes entre la ley y la práctica, entre Estados y actores no estatales, entre la Tierra y el espacio, entre la aspiración y la acción. La preservación del espacio como un ámbito seguro y estable de la actividad humana, así como la protección de los civiles, depende de ello.

Articolo originariamente pubblicato in inglese sul sito web del CIGI , 9 settembre 2025.

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