Commenti del direttore:

presentiamo un articolo che commenta il caso Lauria in CISL, per una visione ampia e commentata, personalmente però credo che la CISL abbia fatto bene a intervenire, ogni gruppo, ente, partito o sindacato, può e deve dettare la sua linea. Qualsiasi essa sia e chiunque, deve seguirla se ne fa parte. In particolare se gestisce formazione pubblicazioni e cioè ha anche fare col pensiero e il suo sviluppo all’interno e verso l’esterno.

Se la CISL ha una linea di pensiero e azione i suoi devono rispettarla. E democraticamente, se non sono più d’accordo in rispetto alle gerarchie, si dimettano pure. Nulla di più democratico.

Il caso Lauria non è un caso.

Serve che lo diventi a chi vuole attaccare il Governo, attraverso qualsiasi cosa si muova e ha voluto utilizzare la crisi, tra Israele e Palestina, per alimentare i fuochi del terrorismo di piazza.

Il Direttore

Da il terzogiornale :

Nella Cisl scoppia il caso Lauria

Il quadro sindacale rischia il licenziamento per aver criticato la linea della sua organizzazione riguardo al rapporto con il governo Meloni. Gli vengono contestati vari comportamenti giudicati non consoni allo statuto dello storico sindacato confederale di area cattolica. Per lui lettera di sospensione cautelativa. Tensione anche sulla mobilitazione contro il massacro del popolo palestinese

P.Andruccioli

“Egregio Sig. Lauria, in ragione dei gravissimi, plurimi e reiterati comportamenti a Lei contestati con la lettera del 7 ottobre 2025, i cui contenuti devono intendersi integralmente richiamati nella presente, si dispone, nei Suoi confronti la sospensione cautelativa e provvisoria della prestazione lavorativa a decorrere dal 10 ottobre 2025 fino al termine del procedimento disciplinare in essere”.

Inizia così la comunicazione inviata dalla Cisl nazionale, nella serata del 9 ottobre, a Francesco Lauria, quadro dell’organizzazione diretta da Daniela Fumarola, studioso di problemi e storia sindacale, esperto di formazione e di progettazione europea, da qualche tempo nel mirino per le sue posizioni critiche sulle scelte del suo sindacato.

Oggetto della lettera: “sospensione cautelativa”. Lauria si sarebbe macchiato dilesa maestà per aver criticato in particolare le scelte politiche che hanno portato l’attuale gruppo dirigente in una posizione sempre più vicina al governo amico di Giorgia Meloni, come si è visto chiaramente nell’ultimo Congresso nazionale. D’altra parte, l’ex segretario generale, Luigi Sbarra, in carica fino al febbraio 2025, è attualmente sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri, con delega per il Sud.

Lauria si è espresso criticamente in diverse occasioni e soprattutto ha fatto circolare le sue idee e le sue critiche sulle piattaforme social, in particolare su Facebook e su WhatsApp. La tensione è alta da qualche tempo, e la lettera di sospensione è arrivata ieri (9 ottobre) alla fine di una giornata convulsa, che però era cominciata bene. Lauria (insieme solo al sindacalista Mattia Scolari, segretario generale della Cub, la Confederazione di base di Milano, poiché era stato scelto, deliberatamente, l’unico giorno di indisponibilità del suo avvocato, Daniela Breschi) era stato infatti ricevuto nella storica sede nazionale di via Po, per chiarire le contestazioni rivoltegli e cercare di sciogliere uno scontro i cui esiti, secondo le tappe precedenti, avrebbe potuto portare alle dimissioni volontarie e persino al licenziamento.

Da come si erano messe le cose, si sarebbe potuto anche immaginare un esito positivo della vicenda. Nella riunione, che si è svolta in mattinata, si sono ripercorse le tappe del conflitto tra il gruppo dirigente cislino e il responsabile della formazione europea, autore tra l’altro di varie pubblicazioni sulla storia del sindacato prodotte dalla casa editrice storica, Edizioni Lavoro, che ha avuto modo di chiarire le varie contestazioni. Tra i titoli di cui si è occupato Lauria, Le 150 ore per il diritto allo studio. Analisi, memorie, echi di una straordinaria esperienza sindacale (Edizioni Lavoro 2012) e Sapere Libertà Mondo. La strada di Pippo Morelli (Edizioni Lavoro 2021). Studi e memorie su una Cisl di altri tempi, quando il sindacato di via Po era in prima linea nelle azioni pacifiste e nella difficile opera di ripensamento del rapporto tra lavoro e formazione (fondamentale, e purtroppo oggi dimenticata, l’esperienza delle 150 ore). La Cisl degli anni Settanta si era fatta carico persino della battaglia ardua (potremmo dire velleitaria?) della riconversione dell’industria bellica in industria di prodotti civili. Battaglia ormai quasi impensabile, nonostante autorevoli prese di posizione di intellettuali e dirigenti pubblici. Hanno fatto notizia, negli ultimi mesi, per esempio, le esternazioni del governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, che ha tessuto le lodi della produzione di beni civili piuttosto che di armamenti, i quali, nonostante il successo commerciale durante i periodi di guerra, alla lunga non favoriscono uno sviluppo economico solido.

Ma torniamo alla riunione. Lauria ha avuto modo di ribattere a tutte le accuse, spiegando il senso e il contesto di ogni singolo episodio di contestazione da parte della sua organizzazione. Anche i dirigenti responsabili che hanno partecipato all’incontro sono sembrati concilianti, perché in fondo l’intenzione di tutti era quella di cercare una soluzione positiva, se non una forse improbabile riconciliazione. Lo stesso Lauria, appena terminato l’incontro, ha espresso un certo ottimismo e ha voluto dare notizia della decisione della segreteria nazionale Cisl di prendere un po’ di tempo e rimandare di qualche giorno (si è parlato di due settimane) la chiusura della “vertenza”. E invece in serata la doccia fredda. Lauria ha ricevuto per posta la comunicazione ufficiale della sospensione cautelativa.

Dalla ricostruzione dei fatti, si è capito che la tappa principale della vicenda è legata alla mancata pubblicazione della nuova edizione del volume di Guido Baglioni (professore emerito di Sociologia all’università di Milano Bicocca), La lunga marcia della Cisl 1950-2010, uscito inizialmente nel 2011 con il Mulino. La casa editrice della Cisl aveva acquistato i diritti per una nuova edizione ampliata e aggiornata, e la segreteria generale del sindacato aveva incaricato lo stesso Lauria di affiancare Baglioni nell’aggiornamento dell’opera. Ma “alla consegna della bozza, alcune minime critiche al governo Meloni, peraltro nella parte del libro scritta da Baglioni e non da me, hanno fatto bloccare la pubblicazione” – ha spiegato Lauria in un’intervista a Report Pistoia del 22 settembre. “Avevamo anche cancellato le minime critiche alle politiche di Giorgia Meloni, ma non è bastato, ormai eravamo ‘marchiati’. La situazione si era poi fatta più pesante, perché la Cisl ha rispolverato un articolo di Lauria sulla vertenza ex Ilva, in cui veniva criticata Daniela Fumarola. Notizie che sono rimbalzate sui social e sono state rilanciate anche su “Repubblica” online.

L’episodio, con tanti altri, compare nella lunghissima lettera di contestazione disciplinare, datata 15 settembre, nella quale vengono addebitate a Lauria venticinque accuse estrapolate per lo più da messaggi privati inviati tramite WhatsApp, da una conversazione registrata a sua insaputa (durante la quale peraltro si discuteva delle eventuali dimissioni spontanee di Lauria dalla Cisl) e da vari post su Facebook. In difesa di Lauria, si sono espresse molte personalità del mondo del sindacato e della cultura. “Siamo rimasti sgomenti dal livello generale dell’azione da Lei (riferito alla segretaria generale Fumarola, ndr) e dalla Cisl intentata nei confronti di una persona proficuamente attiva, anche a livello internazionale, nella confederazione da oltre venti anni” – si legge in una lettera alla segretaria della Cisl firmata, fra gli altri, da Romano Prodi e dai sociologi Gian Primo Cella e Bruno Manghi. “Dalla lettura degli atti – scrivono i firmatari – riteniamo che utilizzare addirittura degli spezzoni di una, ci dicono civile, riunione conciliatoria per muovergli numerosissime contestazioni disciplinari, tutte nel campo delle idee (giuste o sbagliate che siano), appare un atto abnorme, non degno di un grande sindacato riformista, qual è, ed è sempre stata, la Cisl che noi conosciamo, alla quale abbiamo appartenuto o che abbiamo incontrato, nel caso di diversi di noi, fin dagli anni Cinquanta del secolo scorso”. Alla lettera cofirmata da Prodi se ne sono aggiunte poi altre. A difesa di Lauria – si legge in un articolo pubblicato dall’agenzia Adista – si sono schierati ex sindacalisti (come Savino Pezzotta e Giorgio Benvenuto, già segretari generali della Cisl e della Uil), docenti universitari che hanno collaborato con Lauria, e storici del movimento cattolico come Carlo Felice Casula.

Del caso Lauria si sono occupati anche alcuni quotidiani. Cisl, Fumarola e la censura al sindacalista anti-Meloni – ha titolato, il 24 settembre scorso, “Il Fatto”, secondo il quale Lauria è oggetto di una vera e propria crociata della segretaria generale. Sul “manifesto” del 26 settembre, dell’affaire Lauria si parla in un articolo di Laura Cimino sulle mobilitazioni pro Palestina. “Negli ultimi giorni, nonostante l’attualità continui a imporre l’agenda su Gaza tra Meloni all’Onu e gli altri attacchi alla Flotilla, il sindacato di via Po è stato silente” – racconta Cimino – secondo cui “la Cisl si trova nel fuoco di fila delle polemiche per il caso Lauria e per quello di Luigi Sbarra. L’ex segretario della Cisl, che a poche settimane dalla scadenza del suo mandato è stato nominato sottosegretario dalla premier, è stato ulteriormente promosso: il governo ha fatto approvare al Senato, con il voto di fiducia, un emendamento al ‘decreto Terra dei fuochi’ che prevede un nuovo dipartimento per il Sud”. Per le opposizioni un vero e proprio colpo di mano.

“Non altrettanto conosciuto – scrive ancora “il manifesto” – è Francesco Lauria, il ricercatore del centro studi nazionale della Cisl oggetto di un provvedimento disciplinare da parte di Fumarola. La causa sarebbe da attribuire ad alcune critiche al governo contenute in un libro di Edizioni Lavoro, casa editrice della Cisl, che Lauria stava curando. Il gesto ha scatenato la reazione di molti nomi vicino al sindacato (tra cui Romano Prodi, Tiziano Treu e ex segretari come Giuliano Cazzola e Savino Pezzotta) che hanno sottoscritto un appello in sostegno del ricercatore (Cazzola, su probabile pressione della Cisl, ha poi parzialmente ritrattato, rinnovando stima nei confronti di Lauria, ma anche nei confronti della linea di ‘destra’ del sindacato di via Po)”. Ma era stato proprio Giuliano Cazzola, ex dirigente Cgil e grande esperto di pensioni, a parlare di “aria di epurazione” nella Cisl. Un’aria di “tempesta”, secondo Cazzola, che non si è alzata solo ora con le contestazioni contro Lauria. Si era manifestata anche prima, con una “scandalosa guerra” contro l’ex segretario generale dei metalmeccanici, Marco Bentivogli.

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