Terzogiornale
Dopo le elezioni legislative e il primo turno delle presidenziali, il Mas, che fu di Morales, appare autodistrutto dalle lotte interne ideologico, più l’irrefrenabile scontro di vanità e il divisionismo che si è approfondito nell’ultimo decennio, ci hanno portato fin qui: a una sconfitta che conferma il rifiuto della stragrande maggioranza della popolazione nei confronti del ‘processo di cambiamento’ e la totale assenza di un’alternativa a sinistra. Il futuro della Bolivia non sembra essere affatto promettente a breve termine, anche se c’è chi balla e si ubriaca per alcuni voti nulli qui e altri voti bianchi là. La Storia non li assolverà!”.Rodrigo Paz è il figlio di Jaime Paz Zamora, ex presidente, che fu uno dei cofondatori del Movimento di sinistra rivoluzionaria (Mir) e che, durante la dittatura di Hugo Banzer, dovette andare in esilio con la famiglia. Rodrigo è stato deputato, consigliere, sindaco della città di Tarija e, negli ultimi cinque anni, senatore per l’alleanza Comunità cittadina dell’ex presidente centrista Carlos Mesa. Esprime rinnovamento di leadership e distanza dalla politica tradizionale, soprattutto per il fatto che questa è stata la sua prima candidatura presidenziale, mentre gli altri candidati di destra, sempre perdenti, si sono presentati più volte. Il suo candidato vice, Edman Lara, è un outsider di trentasette anni, ex capitano della polizia perseguito per aver denunciato la corruzione degli alti comandanti; al primo turno, parte del voto popolare che ha abbandonato il Mas è andata su di lui, grazie appunto all’impostazione populista antisistema. Paz e Lara incarnano la volontà di cambiamento e la lotta alla corruzione, distanziandosi dal vecchio Mas e contemporaneamente dalla vecchia destra. Sono lontani sia dallo statalismo del ventennio “masista”, che ha portato corruzione e ultimamente fallimento economico, sia dal neoliberismo del secolo scorso, cui invece vorrebbe far ritorno senza indugio “Tuto” Quiroga. Hanno registrato il loro maggiore consenso nelle regioni rurali impoverite e nei quartieri poveri delle città, aree che sono state spesso bastioni della sinistra. La gente spera che i due possano porre fine all’eredità di penuria e inflazione alle stelle lasciata dal Mas, ma senza tagliare i programmi sociali. Entrambi hanno respinto l’idea di un programma del Fondo monetario internazionale per sostenere l’economia in crisi – qualcosa che Quiroga invece sostiene –, mentre hanno espresso un approccio più cauto del loro avversario riguardo all’apertura della produzione di litio agli investitori stranieri. Se si deve dare credito ai sondaggi, che però al primo turno hanno ampiamente dimostrato di essere inaffidabili, a pochi giorni dal ballottaggio, sarebbe Quiroga il nuovo presidente boliviano.