Parte 1.

Di Al. Tallarita

Il punto focale del percorso della Lega è l’identità.

Il futuro di questo partito sta nella capacità di evolvere il concetto identitario.

E farlo attraverso le idee del leader. Che la traghetta, tra i flussi perturbati, di cambiamenti storici e sociali. Dato che la Lega, come partito, nasce attorno al carisma del leader. E procede evolvendosi, proprio con un leader, Matteo Salvini, oggi, successore, che marca da subito, la sua visione identitaria. E riesce anche a risollevarne le sorti, come da realtà storica, in un momento difficile.

Ma è importante guardare alla storia per andare avanti..Capire eccellenze ed errori. Per procedere verso il futuro. Evitando superficialità nel presente, correggendo il tiro quando necessario.

Vi sono ideologie oggi per certi versi superare ma esatte per essere rilette. Alla luce dell’attuale momento storico.

Lo Stato da sempre, fa proprio e per ragioni varie dell’ideologia e del mito. Del resto è proprio il concetto di Nazione che è fatto di tradizioni. Riti. Fissate in un tempo lontano e proseguite o anche richieste nuove.

Il percorso ideologico si fonda sull’evoluzione del mito. Della tradizione, che a loro volta possono essere rigenerati o ricreati. Se giovano a rilanciare la vita presente del partito, nella continuità e nel superamento di chi era. E di cosa ora può e deve diventare. Poi ci sono eventi catastrofici le guerre, che più di altro saldano l’identità di un popolo.

Il modello della teoria migliana del federalismo, non ha e non aveva allora precedenti. Un federalismo, atto a rispondere al centralismo italiano, che non ha dato i frutti sperati.

Era il 1997, anno in cui il suo pensiero politico tra cultura cattolica e liberalismo, venivano palesate, attraverso un testo. In cui lo Stato, era oggetto di forti critiche. Uno Stato a suo dire si sociale, ma federale, in rapporto concreto con i cittadini. Nelle sue teorie, vi era anche e centralmente, quello della libertà individuale di azione, nel libero mercato. Che può realizzare, azioni utili a rispondere ai bisogni sostanziali. Un pensiero reale il suo. Tangibile. Anche nei tempi, della finanza globalista e della tecnologia avanzata, informatizzata.

Vivo, era l’ideale in lui, l’idea del centralismo statale e nazionale. Fondante della politica dello Stato italiano a Roma, e di quello europeo a Bruxelles. Tutti i tratti di un pensiero intriso di libertarismo civico. Coniugatore di libertà e socialità.

Ciò che resta presente, del suo pensiero oggi, è il realismo. Duro e puro. Dove, una nuova cultura ispirata alla centralità civica, può essere auspicabile.

Tra ale letture: “l Miglio verde del federalismo: la ruvida lezione di Gianfranco (parte II)”

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