Di Al.Tallarita
Pontida, luogo di un giuramento storico, quello della Lega Lombarda, che da dopo secoli, dà l’imput ad un impegno, per il partito, di Matteo Salvini che oggi, ne porta il nome.
Accolto da una folla che aspettava da tre anni questo importante appuntamento collettivo. Per un partito che è una comunità, che condivide le fondamentali, che è riuscito, ancora una volta a emozionare il suo leader.
Un appuntamento di incontro col popolo della Lega, dove fare il punto di un percorso, per il suo leader, che ha scelto di non mollare, specialmente la gente e le sue istanze, quando ha deciso di partecipare a un Governo di larghe intese.
Per farne attivamente parte ed essere utile al paese, per un partito, che è di Governo e che fa lotta dall’interno. Rifiutando un pur più semplice, immobilismo, da opposizione, capace di raccogliere lo scontento, la rabbia e la paura. Perché questo non bastava e non basta.
Matteo Salvini oggi a Pontida può ribadirlo. E continuare ad avere la fiducia del partito e del popolo della Lega. Per quanta volontà pone nello spendere se stesso per loro. Per portare avanti, tutte le istanze che pone la politica e il quotidiano.
‘(..)Senti nell’aria c’è già la nostra canzone d’amore che và.’
Il clima sul pratone è quello festoso di sempre, dopo tre anni di forzato silenzio.
La parola che è stampata sulle maglie è ‘credo’. Un’ immissione di quella fiducia, indispensabile, per la comprensione e le compartecipazione all’azione politica, del leader di un movimento, che sente e si muove, cercando risposte concrete alle mutevolezza dell’andare sociale.
Critiche, economiche, sistemiche, di un mondo che cambia.
È come se ci si trovasse a un punto di svolta.
Ma ci si ricordi che le ubriacature passano sempre, restano i fedelissimi e i credenti.
È ovviamente neppure fattibile, dato l’entusiasmo e la partecipazione collettiva, il paragone con la novità dell’appuntamento dei piddini a Monza. Che accusano Pontida di essere divenuta provincia dell’ Ungheria.
Prima del Segretario della Lega, l’intervento dei presidenti di regione, Zaia e Fontana breve coinciso, così, come dopo di loro, quelli dei Ministri. E di Romeo e Lorenzo Fontana.
Tra i temi sottolineati, emergono chiaramente, il desiderio di reinstallare un sentimento di riconoscimento, di ritorno alle origini del partito, di ridefinire l’importanza dell’autonomia. Ma anche dei territori e delle radici. Così come della difesa del concetto di comunità.
Quello di Matteo Salvini è un discorso concreto, emozionato e felice di essere accolto così festosamente da tutta la comunità della Lega, che ribadisce, punto per punto, quelli della campagna elettorale.
Richiamando a raccolta i suoi, firmando quelle che sono le proposte che dovranno essere realizzate dopo il 26 settembre.
Un gesto simbolico in cui tutti, firmano sul palco, la responsabilità a farlo.
Un momento particolarmente toccante è quello della presentazione dei candidati, che vengono dal mondo della disabilità e che vivono la disabilità della loro vita quotidiana.
Il Senatore Salvini, palesemente commosso, riesce a vivere profondamente questa circostanza, ricca di carica emotiva come il saluto sotto l’albero della vita di tutti i militanti che non ci sono più.
Di certo ha destato interesse, la proposta di eliminare il canone RAI, sul modello di altre città europee in cui non esiste, tra le varie altre.
È ‘ immorale rifiutare una proposta di lavoro’, tuona contro l’attuale modalità assistenzialista, del reddito di cittadinanza.
Ribadendo l’importanza della cancellazione della legge Fornero e della possibilità di andare in pensione per chi ne ha diritto. Aprendo ai giovani i giusti spazi di lavoro. Poi la flat tax, sull’importanza di poter tagliare le tasse ai lavoratori tradizionali le famiglie, pagare meno per pagare tutti, e i decreti sicurezza.
Sono i 6 punti firmati con Ministri e Governatori. Per ribadire l’impegno a volerli realizzare.