Di Al. Tallarita
I social hanno migliorato la quotidianità?
Sfavorito l’isolamento? Favorito l’acculturazione? Diminuito l’ignoranza o migliorato la conosce della lingua (italiana) scritta? No!
Hanno peggiorato i rapporti umani, aumentato la depressione, il cyberbullismo e frenano l’opportunità di crescita e miglioramento di se stesso. Riportando a galla spesso errori, o cose che si vuole dimenticare. Nella guerra epurativa.. sempre ci sarà uno più puro dell’altro da epurare…
Ripostare like foto video che impediscono di dimenticare gli errori e di non farne altri né scuola e proseliti.
Di ricostruirsi, rigenerarsi rinascendo da se stessi e dopo anche gli eventuali errori o cadute.
Rialzarsi, migliorarsi. Dimenticare.
Azione che deve essere resa possibile per chiunque. Dato che sbagliare è umano è correggersi .. raddrizzando il tiro o dimenticando e andando avanti è Divino. I social fanno sì che tutto questo non possa essere. Che non si possa dimenticare. E che ogni errore sia scavato rintracciato e pronto per essere sfoderato al momento giusto per avvisare, deridere, bullizzare..
Tale mio discorso nonché reale costatazione, si pone sicuramente fuori dal sentore comune. Ma è ampiamente super partes. Anche in questa campagna elettorale.
Dove i social si palesano nelle vesti dei peggiori amici o meglio i distruttori totali, sia delle persone fisiche che delle idee politiche, come dei partiti.
Non c’è personaggio politico destra ..sinistra .. centro e colori vari..che non sia toccato da scivoloni o dall’odio dei social, dai commenti da troll e da qualche tweet di troppo ..scritto in passato, su idee che sono cambiate e che oggi sono riformulate in maniera differente o talvolta addirittura opposta. Perché chi non cambia idea, nel corso della sua vita, è semplicemente uno stupido.
Ora, la politica deve uscire dai social.
È questa è la sfida per il futuro, dimenticarsi completamente di questo tipo di propaganda e ritornare nelle piazze, ritornare nei quartieri, ritornare fisicamente in mezzo alla gente, facilitando anche l’uscita delle persone.
L’incontro, l’allontanamento dall’isolamento forzato, che un sistema collaudato, vuole imporre alla nuova società individualista, asociale virtuale. Anche perché è l’unica risposta che abbiamo, perché i ragazzi comincino a vivere una vita reale, riportandolo alla realtà, significa allontanarli anche da atteggiamenti autodistruttivi eo violenti.
Sì perché l’autodistruzione, i sentimenti depressivi, il cyber bullismo, la violenza, molto spesso sono risposte del fatto che l’alienazione, vissuta sui social, accresce la rabbia o il senso di frustrazione.
Generando dei mostri.
Anche perché, si perde la dimensione sociale, la dimensione dell’altro, tutto diviene lecito nel bene e nel male. Perché virtuale. L’empatia cede il posto a una cattiveria primordiale. E allora la violenza diventa estrema così come l’auto-distruzione.
Oltre ciò i social sono monito di morti costanti; quanti morti ci sono stati anche in Italia e nel mondo di persone che per un selfie sono caduti dai posti più disparati?
O chi ha inscenato suicidi, atti violenti su altri, in diretta per avere orribile popolarità?Siamo all’abberrazione.
Ebbene a tutto questo ci vuole un freno. Forte deciso controcorrente. Eroico pioneristico.
Per il nuovo domani a misura umana, etica e morale, dove la diversità sia davvero rispettata e accettata e non demonizzata, da una critica oscena aprioristica. Il freno deve venire da un nuovo ideale motore, che abbia il coraggio, di invertire la tendenza. E chi se non proprio i politici, che sono manifestazioni del pensiero popolare e anche traino verso il futuro, verso la costruzione di migliorie sociali ?
Per primi, devono essere loro, a invertire la tendenza e fare tendenza. Abbandonando i social completamente. Non avere più pagine personali, né profili dei partiti, né null’altro che sia diretto o social.
Il popolo si ascolta nei circoli, sulle piazze, per strada, in una ritrovata socialità.
Lo scenario è impietoso, la Meloni che posta immagini di stupri riprese da altri giornali, il PD che posta immagini di un uomo ucciso per strada nelle Marche, Letta che risponde senza dovizia di attenzione che le devianze sono belle… Salvini che viene ripostato, affianco a una persona vittima di una strage attentato da auto bomba, in forma propagandistica……
E la lista sarebbe lunghissima, ho nominato solo i personaggi più importanti, che in questo momento sono sotto l’occhio del ciclone.
Tutto questo è vergognoso e degradante della moralità umana, dell’umanità dei nostri sentimenti etici. L’unica strada è uscire dai social e dal fanatismo pseudoreligioso che li anima.
Dimenticarsi di queste modalità di rispondere velocemente, a suon di tweet senza ben pensare, a ciò che si scrive e si può innescare…
E questo è il risvolto particolarmente negativo, di tutti questi ragazzotti in lista e quota PD, tra chi si dimette, perché inneggia contro Israele o si richiama all’Urss di Lenin con tanto di fotografie….
Ebbene i social, molto spesso, anzi praticamente sempre, sono il luogo delle famose discussioni da bar …dove il cretino di turno, dice la sua; al bar lì restava e gli altri sorridendo o girando lo sguardo facevano anche finta di non sentire…se troppo in caduta… Mentre sui social, le stupidaggini restano lì e le persone si sentono importanti, nello scriverle, rivedendosele scritte davanti ai loro loro occhi e condivisibili con centinaia di altre persone costrette a subirne l’eco…o altri a venirne influenzati…..il colmo.
E poi ci chiediamo, perché esistano i complottisti e le notizie false ripostate senza sosta. Ed ecco che la stupidità inizia ad avere una sua bandiera proprio nei social. Oltre a una trasmissibilità senza fine.
L’abbandono dei social, specialmente da parte di personalità importanti come i politici è fondamentale. È moderno è proiettato nel futuro.
Anche perché è risaputo che i like vengono da tutto quello che è trash, brutto, violento, disgustoso, tutti i sentimenti e situazioni che l’uomo dovrebbe allontanare da se stesso, per la sua crescita etica e morale, anziché degradarsi a condizioni pre-sociali.
Tutto questo aiuterebbe anche i giornali ed eliminerebbe questa costante attenzione, una malattia di critica, nel cercare quel crine nell’occhio del vicino, anzichè la propria grossa trave.
È anni che mi esprimo contro i social. E personalmente li ho lasciati da tempo, tra i primi a sperimentarli e a comprendere cosa ci fosse dietro. Ho rilevato l’aspetto devastante, che questi comportano e continuerò a essere sempre controcorrente.
Perché dire la verità fa male a tutti, ma la verità è l’unica cosa che può salvarci. Ridandoci la libertà tanto agognata.