Di Al. Tallarita
Matteo Salvini in diretta da Bologna al palazzo della cultura e congressi per il festival del lavoro.
L’Italia è indietro sul tema della formazione professionale – così il Senatore apre il suo intervento – si scelgono di più i licei che altri istituti.
Forse ancora per retaggio societario.
O forse perché l’offerta non è chiara e non collega direttamente al mondo del lavoro. Ma c’è bisogno di formazione professionale e la Lega ha fatto una proposta su questi, per riequilibrare la formazione tanto umanistica quanto scientifica. Perché le aziende cercano competenze scientifiche, sull’innovazione e il digitale.
Il Parlamento si muove per l’approvazione, della riforma degli istituti tecnici superiori. Alcuni strumenti, per riorientare professionalmente, non hanno funzionato. Ecco perché va assolutamente ripensato il reddito di cittadinanza. Strumento di disaffezione al lavoro e incentivo al lavoro nero. Tuona Salvini dal palco durante l’intervista.
L’alternanza scuola lavoro và aumentata e migliorata. Per sottolineare anche l’importanza della collaborazione tra pubblico e privato. Il primo fattore resta sempre la preparazione. La reintroduzione al lavoro, non può essere lasciata in mano agli istituti pubblici. Sottolinea il segretario, con l’ applauso della sala.
Viene chiesto al Senatore quale sia l’intervento legislativo possibile, per migliorare e cambiare il reddito di cittadinanza, il quale risponde che sulla carta il progetto era ottimo: Vieni espulso dal mondo del lavoro in età, accompagnato nei mesi necessari con una nuova formazione e poi ricevi nuove proposte di lavoro in base a tale formazione. Ma ai fatti il progetto è fallito.
Un milione e centomila sono i percettori, abili al lavoro. Pertanto come strumento di assistenza e sussistenza, per chi non può lavorare, deve restare .
Non avendo funzionato nell’ambito delle politiche attive, è bene quei soldi investiti, darli invece alle aziende che assumono. Sotto forma di sconto fiscale dopo reali assunzioni.
Si dice inoltre, favorevole alla separazione tra assistenza e previdenza, il Senatore. Confermando, come sia utile tenere in piedi tale strumento per aiutare, solo e davvero, chi non può lavorare. E non lasciare a casa chi invece può lavorare.
l vice direttore del TG5 De Filippi, apre la questione che in Italia di guadagna troppo poco, chiedendo se sia imputabile alle aziende o al fisco e su che fronte sia il caso di agire.
No al salario minimo imposto alle aziende, si apre così la risposta Matteo Salvini, sarebbe un danno per i lavoratori e per le imprese.Quando invece bisogna tagliare la tassazione, che pesa sulle imprese, per garantirlo un salario.
Il salario minimo, va applicato a coloro che non sono coperti, dalla contrattazione collettiva nazionale. E in Italia più del novanta percento dei lavoratori lo è.
La burocrazia che complica le cose è il reale problema in Italia. La semplificazione burocratica e normativa è fondamentale, rincara Salvini.
Il Tecnopolo di Bologna attrarrà lavoratori di tutto il mondo, dice De Filippi a Salvini che risponde, che per la manodopera formata le porte devono essere sempre aperte ovviamente. Ribadendo il no invece, alle sanatorie indiscriminate. Benvengano competenze che arrivino da dovunque. Anche perché da alcuni modelli, sottolinea il Segretario, abbiamo soltanto da imparare.
Senza confondere ciò, con un immigrazione indiscriminata. Nel progetto Iter per la fusione nucleare, lavorano scienziati italiani, statunitensi,cinesi, russi, giapponesi, indiani.
Avremo 500 reattori nucleari che producono energia pulita in giro per il mondo e in Italia zero.
Salvini sottolinea un controsenso che realmente dovrebbe farci tutti riflettere, sul fatto che si vuole l’evoluzione energetica e l’autonomia, ma non ci si vuole poi realmente impegnare nell’evoluzione tecnologica, per no ideologici fini a se stessi.
Conclude con la speranza e le fattive proposte, consegnate al presidente Draghi, di non tornare ai paletti della legge Fornero, in un tale momento difficile di crisi economica, anche cercando di impedire quegli ostacoli, per chi nel mondo del lavoro deve ancora entrarci.